Che rapporto hai con l’ordine e gli oggetti?
Siamo tutti un po’ in aria di mare e realx, io sicuramente, questo è il mio ultimo progetto al computer prima di spegnere tutto e mettere nel cassetto per un mese. Quindi per questa ultima uscita del mese che precede il mese di vacanza per eccellenza un articolo leggero che offre comunque interessanti spunti di riflessione in spiaggia, da leggere tutto di un fiato e commentare con la vicina di ombrellone.
In questi oltre 10 anni come Professional Organizer mi sono confrontata sul tema ordine e disordine in casa con tantissime persone: clienti che si sono affidati a me, colleghe Professional Organizer, amici, appassionati di ordine e persone che semplicemente volevano condividere con me il loro punto di vista su questa faccenda.
Così ho stilato una mia personale classifica, priva di qualunque fondamento scientifico, sui principali profili degli italiani rispetto all’ordine:
Il Minimalista seriale: elimina tutto ciò che non serve.
Riflette una tendenza sempre più crescente, soprattutto tra le nuove generazioni, verso il decluttering e la consapevolezza che meno oggetti possono significare meno stress e maggiore libertà. In questa categoria non è raro trovare persone che abbracciano filosofie orientali che vedono come maggiore esponente Marie Kondo.
Come si manifesta: Nelle casa del minimalista seriale si prediligono mobili dalle linee semplici, colori neutri e pochi soprammobili, spesso di design. Il “decluttering” è una pratica costante, non un evento straordinario. La casa è curata, pulita, organizzata, a mio avviso a volte con il rischio di renderla un po’ troppo asettica. C’è attenzione alla collocazione degli oggetti, spesso con sistemi di organizzazione (scatole, divisori, armadi capienti) che facilitano il mantenimento dell’ordine visivo. Si tende a riordinare regolarmente, magari dedicando pochi minuti ogni giorno.
Il consiglio dell’esperta: Occhio a fare in modo la priorità sia sempre la funzionalità e mai l’ordine maniacale fine a se stesso.
Zen del riordino: cerca l’ordine per il benessere mentale.
Questo profilo ricerca fortemente il legame tra ambiente esterno e benessere interiore. Un ambiente ordinato è sinonimo di una mente più serena e focalizzata, soprattutto per chi si riconosce in questo profilo. L’atto di riordinare non è solo mettere a posto gli oggetti, ma diventa quasi un gesto di meditazione e mindfulness. Per queste persone, il riordino è una forma di meditazione attiva. Aiuta a ridurre lo stress, a sentirsi più in controllo della propria vita e a creare un ambiente armonioso che favorisce la concentrazione e il relax.
Come si manifesta: Questo profilo rappresenta una categoria significativa di persone che vedono l’ordine come un personale percorso verso il benessere mentale ed emotivo, potremmo definirla una forma di meditazione attiva. Aiuta a ridurre lo stress, a sentirsi più in controllo della propria vita e a creare un ambiente armonioso che favorisce la concentrazione e il relax. Non è un’ossessione per la pulizia, ma la pulizia e l’ordine come ad esempio rifare il letto, stendere o svuotare la lavastoviglie diventano routine quotidiane di benessere e serenità.
Il consiglio dell’esperta: Mantieni la mente flessibile e serena quando per qualche motivo non riesci a portare a termine tutte le tue routine come vorresti.
Collezionista nostalgico: conserva oggetti per motivi affettivi.
Questa categoria è davvero molto diffusa in una cultura come quella italiana, che attribuisce grande valore alla memoria, alla famiglia e alle tradizioni. Molti oggetti in casa non hanno un valore funzionale, ma un profondo significato affettivo, legandosi a ricordi, persone o momenti importanti, anche quando gli oggetti non piacciono o addirittura sono associati a ricordi non del tutto positivi.
Come si manifesta: La casa di un collezionista nostalgico è spesso ricca di oggetti che raccontano una storia: fotografie di famiglia, souvenir di viaggi, regali di persone care, mobili antichi ereditati, cimeli. C’è una tendenza a conservare cose non per il loro valore pratico, ma per il loro valore emotivo e simbolico e separarsi da essi può essere vissuto come un tradimento o una perdita di una parte di sé. Gli oggetti possono essere sia esposti con cura ma più spesso, accumulati in modo meno organizzato, rendendo difficile la pulizia, l’organizzazione e, in alcuni casi, la vivibilità degli spazi.
Il consiglio dell’esperta: la linea fra ricordi e spazzatura può essere sottile, impara a riconoscere la differenza e inizia ad alleggerire, ti garantisco che non te ne pentirai!
Accumulatore previdente: tiene oggetti “perché potrebbero servire”
Probabilmente la categoria più nutrita e culturalmente radicata. La mentalità del “non si butta via niente, potrebbe servire” è tipica di generazioni cresciute in contesti di minore abbondanza o che hanno vissuto periodi difficili. Questa tendenza è spesso dettata da un senso di praticità e dalla paura di aver bisogno di qualcosa in futuro e non averla a disposizione.
Come si manifesta: La casa di un accumulatore previdente può essere piena di oggetti che, a prima vista, sembrano inutili ma che sono conservati con la logica del “chissà che un giorno non serva”. Si trovano spesso scatoloni con oggetti vari (cavi di vecchi elettrodomestici, borse della spesa riutilizzabili, a vecchi vestiti “che potrebbero tornare di moda”), cassetti pieni di minuteria, attrezzi e materiali di scorta. Alla base c’è la paura di trovarsi impreparati o di dover riacquistare qualcosa in futuro, talvolta causata da poca sicurezza economica. Se portato all’eccesso, può portare a veri e propri ingombri che rendono difficile la pulizia, la manutenzione della casa e persino la libertà di movimento.
Il consiglio dell’esperta: fai attenzione che questa tua propensione non diventi un peso piuttosto che una risorsa.
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